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Parte terza
Il ministero della
Carità
"La Chiesa consapevole che la Carità è dono
di Dio in Cristo, annuncia il Vangelo non solo con la Parola della
predicazione, ma anche con la Comunione fraterna e con le opere
di tutti i suoi membri: considerando le opere buone dei discepoli,
tutti gli uomini troveranno motivo per rendere gloria al Padre
(Sinodo 47° cost.1 13; cf. Mt. 5,16)
Consideriamo
dunque il Ministero della Carità sotto due punti di vista:
- quello della comunione fraterna;
- quello delle opere della carità, con attenzione particolare
alla cura del povero e del bisognoso.
Dopo aver analizzato la situazione della Parrocchia sotto questo
duplice profilo, vogliamo individuare nuovi passi da compiere
al fine di vivere la carità in modo più ricco e
pieno.
LA COMUNIONE FRATERNA
«Se la Parrocchia è la Chiesa posta in mezzo alle
case degli uomini, essa vive e opera profondamente inserita nella
società umana e intimamente solidale con le sue aspirazioni
e i suoi drammi.
Spesso il contesto sociale, soprattutto in certi paesi ed ambienti,
è violentemente scosso da forze di disgregazione e di disumanizzazione.
[uomo è smarrito e disorientato, ma nel cuore gli rimane
sempre più il desiderio di poter sperimentare e coltivare
rapporti più fraterni e più umani.
La risposta a tale desiderio può venire dalla Parrocchia
quando questa, con la viva partecipazione dei fedeli laici, rimane
coerente alla sua originaria vocazione e missione: essere nel
mondo "luogo"della comunione dei credenti ed insieme
"segno"e strumento della vocazione di tutti
alla comunione; in una parola, essere la casa aperta a tutti e
al servizio di tutti o, come amava dire Papa Giovanni XXIII, la
fontana del villaggio alla quale tutti ricorrono per la loro sete».
(Christifideles laici, 27).
Uno degli effetti più evidenti di una Carità parrocchiale
viva dovrebbe essere quello di far sì che ogni parrocchiano
(residente o di elezione) sia in grado di percepire
anche sensibilmente la possibilità di essere accolto dalla
e nella comunità senza pregiudizi sulla sua persona.
È augurabile che dalla Parrocchia continui a promanare,
per mezzo di segni opportuni (non solo liturgici), un clima di
schietta tensione verso lamicizia e, ancor più, verso
rapporti interpersonali come avviene in una famiglia unita, capace
di superare anche gli umanissimi momenti di stanchezza, logoramento,
difficoltà.
Accoglienza in Chiesa
Tra i segni esteriori della Carità parrocchiale, il più
immediato potrebbe essere listituzione di unaccoglienza
in chiesa che, ricorrendo proprio a segni concreti (come ad esempio
un punto per informazioni sulla vita della Parrocchia, gli orari
delle celebrazioni, la disponibilità di testi di catechesi
e di sussidi storico-artistico-liturgici relativi al passato e
al presente della Basilica), presenterebbe anche al passante più
frettoloso un volto sorridente della nostra Parrocchia.
Stile di fraternità
Ma è evidente che lo spirito di accoglienza deve riguardare
soprattutto la qualità dei rapporti tra noi, sia come singoli,
sia come gruppi e realtà ecclesiali.
La Chiesa degli Apostoli che abbiamo scelto quale icona della
nostra comunità parrocchiale era una comunità di
veri fratelli, uniti in comunione reciproca attorno a Pietro,
agli Apostoli e ai loro collaboratori.
Dobbiamo dunque coltivare quello stile di fraternità che
mette ciascuno a proprio agio, ne valorizza i carismi e gli consente
di recare il proprio contributo alla comunità.
Consiglio Pastorale Parrocchiale
A questo proposito vogliamo riaffermare la nostra fiducia nellistituto
del Consiglio Pastorale.
Esso da una parte rappresenta limmagine della fraternità
e della comunione dellintera comunità parrocchiale
di cui è espressione in tutte le sue componenti, dallaltra
costituisce lo strumento della decisione comune pastorale (Sinodo
47°, cost. 147, 2).
I membri del Consiglio Pastorale si impegnano dunque a sviluppare
maggiormente tra loro quel dialogo franco, ma sempre improntato
al rispetto delle persone, che è indispensabile premessa
per ledificazione della comunità parrocchiale e preludio
di una vera comunione di intenti.
TESTIMONIANZE DI CARITÀ
OPEROSA IN PARROCCHIA
Vogliamo ora considerare le multiformi espressioni di servizio,
di solidarietà e di aiuto ai più deboli già
in atto nella nostra Parrocchia.
In effetti si tratta di una realtà dalle molteplici facce:
esiste un complesso di attività caritative, che si potrebbero
qualificare sommerse, in quanto opera di singoli, e che vanno
dallassistenza ai tossicodipendenti a quella ai carcerati,
ai ciechi e agli emarginati di vario tipo; ma esistono anche iniziative
ben avviate entro la vita stessa della comunità (come il
doposcuola) ed esistono gruppi ben definiti come quelli della
San Vincenzo e delle Volontarie.
Anzitutto nellesercizio concreto della carità sembra
da incoraggiare il già qualificato servizio del Doposcuola.
Esso è aperto a tutti, ma si prende cura particolare dei
ragazzi che devono essere aiutati a colmare quelle lacune che,
se trascurate, finiscono col generare incidenti di non poco conto
nel percorso dellesistenza e possono far nascere sensi di
inferiorità e mortificazioni.
La San Vincenzo aiuta a tenere viva lattenzione e la cura
verso il povero: dagli emarginati di vario tipo che ogni giorno
bussano alle porte della chiesa fino a talune realtà di
bisogno in periferia, come dimostra il gemellaggio, che ormai
dura da anni, con una parrocchia del Giambellino.
La sua opera è stimata e accolta con benevolenza, come
risulta dalla disponibilità ad offrire denaro e a collaborare
con aiuti generosi, soprattutto nel campo dellabbigliamento.
Tuttavia urge una sua rivitalizzazione con forze nuove.
Il gruppo Volontarie, sorto di recente con lo scopo di sostenere
le varie iniziative della Parrocchia e di favorire la conoscenza
e il legame tra i parrocchiani, collabora, tra laltro, con
la Parrocchia e con lOratorio nelle varie iniziative a favore
delle Missioni e si adopera per sovvenire a diverse situazioni
di bisogno o di profondo disagio.
NUOVI PASSI DA COMPIERE
La Parroccha comunque sente che limpegno caritativo non
può essere semplicemente delegato ai singoli o a qualche
gruppo.
Essa, nel suo complesso, vuole essere attenta in particolare agli
ultimi, a coloro che gemono sotto il peso delle più
varie difficoltà.
Inoltre non cessa di educare tutti e ciascuno alla carità,
sollecitando a viverla sia come unione fraterna, sia come opere
di misericordia. E nel contempo si apre a nuovi bisogni e istanze
valorizzando i carismi, le diverse sensibilità e le competenze
professionali di ciascuno.
Perciò sembra necessario istituire la Caritas Parrocchiale
che, operando in stretto collegamento con il Consiglio Parrocchiale,
coordini e sostenga le molteplici iniziative di bene ed eventualmente
ne promuova altre in collaborazione con la Caritas decanale e
in armonia di indirizzi con la Caritas diocesana (Sinodo 470,
cost. 131).
Tra laltro, essa potrebbe utilmente censire le forze e le
competenze professionali disponibili, sia a livello di individui,
sia a livello di istituzioni, dentro e fuori dellambito
parrocchiale, per indirizzarvi quelle situazioni di disagio che,
per loro natura, abbisognano di una azione ben mirata a risolverle.
Il progressivo aumento della durata della vita ha reso più
considerevole la presenza degli anziani nella società,
e quindi anche nella nostra comunità. Tra loro, poi, alcuni
sono maggiormente bisognosi di affetto e di cure, altri sono deboli
o rischiano lisolamento.
È necessario dunque impegnarsi in unattenzione stabile
soprattutto verso queste persone, creando una rete di relazioni
e occasioni di ritrovo e nel contempo occorre valorizzare di più
il carisma dellanziano, sostenendolo nel compito di maestro
di vita a partire dallesperienza che ha vissuto, come pure
accogliendone le competenze acquisite, al servizio di tutta la
comunità.
La malattia non è solo un problema di medicine, ma è
anche una domanda damore.
La nostra comunità vuole rispondere a questa domanda intensificando
la sua presenza accanto al malato:
- mediante listituzione dei ministri straordinari della
Comunione Eucaristica, i quali saranno un vincolo particolarmente
importante tra persona ammalata e Parrocchia;
- mediante il sostegno allUNITALSI per la promozione di
qualche pellegrinaggio ai santuari, che favorirebbe anche linstaurarsi
di rapporti di amicizia duraturi;
- mediante la visita ai parrocchiani ricoverati nelle strutture
sanitarie.
Appendice
Il progetto educativo delloratorio
Il progetto educativo nasce dallimpegno costante a percorrere
tutte le strade che consentono di avvicinare e avere cura dei
fanciulli, dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani della
Parrocchia. Intenzionalmente si rivolge alla totalità della
popolazione giovanile che vive nel territorio della Parrocchia,
ma è aperto pure a coloro che la grazia del Signore conduce
a noi in vari modi, tanto più che la Parrocchia, nellora
presente, è chiamata ad agire nel contesto più ampio
dellUnità pastorale.
Inoltre si configura come una proposta: la proposta cristiana
di vita; una proposta che è tesa a dare un volto preciso
e chiaro allambiente educativo dellOratorio, nel rispetto
dei ritmi delleducazione , che richiedono concretezza, gradualità
e aderenza ai bisogni.
Infine esso si rapporta dinamicamente con le grandi linee e le
proposte concrete del progetto di pastorale giovanile diocesano.
LORATORIO
Lambiente educativo è lOratorio che vuole
essere scuola di fede e di amore, e quindi luogo di educazione
cristiana dei ragazzi. Più esattamente, educazione a che
cosa?
- A Dio, come unico significato della vita delluomo.
- A Cristo, come luogo dincontro con Dio.
- Alla Chiesa, come ambito generativo della personalità
cristiana. Tutto questo passa attraverso momenti ben precisi di
educazione alla fede (preghiera, Messa, Sacramento della penitenza,
catechesi e incontri formativi) e si esprime in gesti concreti
allamore del prossimo (missioni, aiuto ai poveri, ai bisognosi).
Non cè spazio, dunque, per unimmagine di Oratorio-evasione
o di Oratorio-parcheggio.
Naturalmente questa preoccupazione educativa non ha nulla di ideologicamente
costrittivo, anzi sollecita una risposta interiore e libera e
tende a suscitare quel modo di stare insieme, fondato sul Vangelo,
che esalta i valori della libertà, della fraternità,
del dono e del servizio e che, per contrasto irriducibile, si
oppone alla violenza, alla prepotenza, allindividualismo
e allegoismo.
LA STRADA PERCORSA
In un certo senso lOratorio qui da noi è sempre
da inventare, data la complessa realtà sociale in cui vivono
i nostri ragazzi che ne restano profondamente condizionati (la
realtà, cioè, di Milano-centro con i suoi pregi
e le sue contraddizioni, caratterizzata dalla grande mobilità
della popolazione e da accentuate spinte centrifughe).
Proposte aggregative di vario genere sono sempre state fatte come
attesta il MEMENTO, il foglio a cadenza quasi settimanale
che viene inviato dal Direttore dellOratorio ai ragazzi
e alle rispettive famiglie. Esso rimane come memoria dei passi
compiuti.
Un salto di qualità è avvenuto quando la tensione
educativa ha preso forma soprattutto in relazione ai bisogni e
alle necessità, agli interessi e alle aspettative dei ragazzi.
Si trattava, infatti, di creare dei legami stabili di amicizia
tra ragazzi che frequentavano, per lo più, scuole diverse
e che si avvicinavano alla Parrocchia per la preparazione ai Sacramenti
restringendo, però, la loro disponibilità di tempo
alla sola ora di catechismo.
A questo proposito si è rivelata decisiva e assai feconda
lintroduzione delliniziativa di assistenza propositiva
allo studio, per ragazzi delle Elementari, delle Medie e delle
Superiori, che ha assunto ben presto una dimensione che supera
i confini della parrocchia.
La proposta ha incontrato il crescente favore delle famiglie,
ma ha saputo destare anche una grande ricchezza di energie educative.
Lo dimostra lelevato numero di adulti e giovani, tutti molto
qualificati, che si sono resi disponibili come Docenti.
Il servizio prezioso - offerto gratuitamente - di queste persone
che, con i catechisti, hanno deciso di farsi compagni del cammino
dei nostri ragazzi, ha reso possibile linstaurarsi di una
rete di relazioni fondate sul Vangelo (C.M. Martini)
come necessaria premessa allo strutturarsi di una ricca vita di
Oratorio, nel senso indicato sopra.
UNA VITA CHE SI SVILUPPA
Vista nella sua configurazione esteriore, la vita oratoriana
appare già ben caratterizzata da gruppi, da attività
e da momenti comunitari, ma reca in sé una forza in grado
di aprirla ad ulteriori significativi sviluppi.
I Gruppi e il Consiglio dellOratorio
Anzitutto vi sono i gruppi della catechesi per liniziazione
cristiana, suddivisi per fasce di età, che seguono gli
itinerari educativi specifici già collaudati da una ricca
esperienza.
Cè poi il gruppo degli adolescenti a cui si propongono
esperienze, testimonianze e attività, stimolandone la creatività
in vista di una loro più attiva presenza nella comunità
cristiana parrocchiale e di una loro più forte assunzione
di responsabilità (per es. laiuto ai più piccoli,
limpegno a consegnare il Memento presso le abitazioni, lattiva
partecipazione alla Messa e la fiera benefica in vista del Natale,
ecc.)
Cè infine il gruppo degli educatori e degli animatori
che, in vario modo, concorrono a realizzare il progetto educativo
dellOratorio nel rispetto delle varie competenze e partecipano
alla programmazione e alla verifica periodica del cammino fatto.
Nel suo insieme e con la collaborazione di alcuni genitori, esso
si pone come il vero e proprio CONSIGLIO DELLORATORIO.
Attività culturale sportive e ricreative
Assistenza propositiva allo studio (Doposcuola), educando allo
studio e motivando allo studio.
E quindi: ricerca del metodo; amore per la cultura; amore per
la ricerca (analisi); amore per la verità (sintesi); amore
per la Verità (Assoluto).
Corso di lingua inglese mediante la conversazione, come tensione
alla relazione con culture diverse dalla nostra e accettazione
dellaltro, cioè del prossimo.
Corso di ritmo e di movimento (aerobica) per coordinare il movimento
con il ritmo respiratorio onde promuovere lequilibrio psico-fisico
e scaricare le tensioni della crescita in modo controllato. Però
viene ora sospeso in attesa delladeguamento del nostro salone
alle norme di sicurezza vigenti.
Visite guidate nella città o fuori di essa per imparare
a scoprire il bello dellArte, come bene culturale e collettivo.
Vacanze Studio allestero, durante il periodo estivo per
arricchire la propria esperienza a contatto con altre culture,
rispondendo anche ad esigenze oggi particolarmente sentite.
Spettacoli cinematografici e teatrali in vista di una possibilità
di dibattito.
I Momenti comunitari dellOratorio
Le celebrazioni liturgiche con una partecipazione attiva:
- al servizio di accoglienza
- al servizio come chierichetto
- alla gioia della lode con il canto sacro
- al ministero di lettore
- alla raccolta delle offerte e alla presentazione dei doni.
I pellegrinaggi e le gite con la partecipazione delle famiglie.
Le feste organizzate in varie occasioni e che scandiscono il cammino
della comunità dei nostri ragazzi lungo lanno liturgico
e oratoriano.
Tensione missionaria
Una vita oratoriana così delineata non può non avere
ulteriori sviluppi; li potrà avere aprendosi sempre di
più alle sollecitazioni e alle proposte dei ragazzi e dei
giovani perché essi desiderano sentirsi protagonisti attivi
del loro cammino.
Ma il loro entusiasmo si spegnerebbe in fretta se non fosse accolto,
guidato e sostenuto.
Il clima dellOratorio sarà allora quello di una vera
famiglia dove ci si accoglie e ci si aiuta vicendevolmente nella
letizia.
E la letizia sarà di richiamo ad altri, perché essa
è di per sé diffusiva. Ogni oratoriano, anzi, sentirà
il dovere di condividere con altri la sua gioia dato che la gioia,
se viene partecipata, non diminuisce, ma aumenta.
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